giovedì 18 settembre 2008

Ricette IDROMELE




Idromele





L'idromele é una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del miele con acqua.
Le proporzioni, per l'idromele a base di acqua, sono circa 5 litri per ogni chilo di miele.
La dose di miele può essere innalzata (1,5-3 kg) a seconda della gradazione alcolica o della dolcezza che si vuole ottenere.
La fermentazione deve avvenire in locale non freddo, in un recipiente (anche di vetro), chiuso con un telo di cotone.
Il fruttato della bevanda può essere variato aggiungendo aromi in immersione (cannella, chiodi di garofano).
La fermentazione é piuttosto lenta (2/3mesi), richiede vari travasi per levare le impurità.


L'idromele nella ricetta tradizionale si ottiene oggi come allora, con una lenta fermentazione di acqua, miele e lieviti. La ricetta che riporto invece è più pratica e veloce, fattibile anche per i principianti.

Lava il limone e sbuccialo con il pela patate ricavando solo la parte gialla della scorza. Versa l'alcool nel
vaso o altro contenitore di vetro, aggiungi 60 g di acqua minerale naturale (poco più di mezzo litro), la scorza del limone, le stecche di cannella e i chiodi di garofano. Chiudi il vaso con il tappo e lascia riposare per 10 giorni circa.
Di tanto in tanto agita il vaso per miscelare gli ingredienti.

Per fare lo sciroppo, versa il miele nella
casseruola e aggiungi 1 litro di acqua minerale naturale. Porta ad ebollizione e cuoci a fuoco basso finchè il liquido si sarà ridotto della metà.
Spegni e lascia intiepidire. Filtra l'alcool e uniscilo allo sciroppo e fai raffreddare.

Suddividi il liquore nelle bottiglie lasciando almeno 5 cm. di vuoto e chiudi con il tappo. Conserva le bottiglie in luogo fresco e buio per un mese circa poi, puoi offrirlo agli ospiti. Prolungando il tempo d'attesa il liquore si migliora ancora e può durare fino ad un anno.



Tempi

  • Preparazione: 0 min.
  • Cottura: 20 min.
  • Livello di difficoltà: facile

Ingredienti

  • Occorrente per la preparazione

  • Un contenitore di vetro a chiusura ermetica
  • un colino a maglie fitte
  • 2 bottiglie da mezzo litro

  • INGREDIENTI per un litro di liquore
  • 3 dl di alcool per liquori
  • acqua minerale naturale
  • 400 g di miele millefiori o di acacia
  • 2 stecche di cannella e 5 chiodi di garofano
  • scorza di un limone non trattato

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L'IDROMELE è "semplicemente" acqua e miele fermentato. Inizieremo questo viaggio dal Mito e dalle Origini per riscoprire una bevanda che migliaia di anni fa accompagnava i popoli nomadi nei momenti più sacri ed intimi ,ma anche nelle feste dopo vittorie o importanti eventi.

ORIGINI E MITO

L'IDROMELE
oltre il nome latino, (per noi sarebbe più chiaro idromiele) ha un corrispondente poetico-runico che è MEDU, nome simile all'antica bevanda delle popolazioni indiane nell'epoca Vedica. MEDU racchiude le rune MAN, EH, DAG, URI .(uomo, cavallo, giorno nel punto più alto, uro forza primitiva) ed il significato poetico è "Magia del potere della trasformazione primordiale".
Tra le bevande (Sacre) è la più Sacra, il dono degli Dei per eccellenza; la sua origine celeste deriva dal polline dei fiori , dal lavoro dell'ape ,simbolo sacro della trasformazione e della poesia, dall'Acqua di una fonte, simbolo della linfa vitale della Madre Terra.
Certamente in passato, più che alla poesia-simbologia , la valenza sacra dell'IDROMELE era data dal potere para-estatico che secondo gli antichi testi permetteva di uscire dal normale livello di percezione per passare ad una condizione inebriante-estatica.
Numerosi i racconti ed i miti su questa bevanda Sacra. Odino per ottenerla si trasformava in serpente e poi in aquila; in altre leggende è Thor a sottrarre ai giganti la mitica bevanda.
Nei Rgveda (VIII,48,3) diventa il SOMA Medhu:" Abbiamo bevuto il Soma e siamo diventati immortali"; il potere trasformatore di questa bevanda ,che rende simile agli Dei , è il motivo conduttore di una serie di leggende dell'area nordica.
Nel Mito è ritenuta la bevanda degli Dei che dona l'immortalità ed è concessa agli uomini ma gli stessi DEI, per ottenerla, devono faticare ed ingegnarsi per sottrarla alle forze primordiali, radici costanti dell'IDROMELE.
Odino l'astuto (in alcuni casi è Thor il violento) sottrae il MET (idromele) ai giganti forando la montagna e trasformandosi prima in serpente e poi in aquila, seducendo la figlia del gigante che ne era la custode .
Nell'EDDA (Hàvamàl,strofe 104-110 e Edda Snorri,83-85) gli Asi e i Vani, eterni nemici, concludono un patto e sputano nel magico calderone creando con la loro saliva l'uomo Kevasir. Due nani uccidono Kevasir e mescolano il suo sangue con il miele; così facendo ottengono il MET la bevanda che dona la saggezza e trasforma chi la beve in scaldo (poeta) .
L'importanza della saliva come dono e derivazione divina che diventa strumento di trasformazione-attivazione. Lo si vede anche nella leggenda, dove il Cinghiale Sacro attiva con la sua bava il contenuto del calderone, per ottenere la bevanda Sacra.
In passato conoscere i segreti della fermentazione era sinonimo di potere e di magia; l'utilizzo della saliva per creare un ambiente acido adatto alla fermentazione è uno dei segreti celati nelle varie leggende. L'utilizzo del Mito per la ricerca o la conferma di alcune Verità, in molti casi, è ancora attuale .

USO RITUALE E SOCIALE

L'origine celeste dell'IDROMELE deriva dalla sua composizione: i fiori con il polline, le api ed il volo, il miele trasformato , l'acqua di Fonte Sacra. Questi componenti uniti permettono di elevare il "MEDU" al di sopra di vino e birra che hanno origini più terrestri.
Usato come offerta agli Dei nei banchetti rituali, nuziali e funebri, è adeguato per accedere alle varie direzioni cosmiche dei mondi paralleli, qualità derivata dai numerosi nomi che ne determinano le caratteristiche.
Le origini antiche della bevanda sono confermate dal ritrovamento in un vaso di una sedimentazione di una bevanda fermentata ,cui era stato aggiunto del miele, questa tomba, situata ad Egtved, risaliva all'età del bronzo.
Nell'area Celtico-germanica l'uso rituale dell'IDROMELE era conosciuto dall'antichità ma è accertato che il suo significato religioso sia giunto nei territori slavo-illirici per venire poi assimilato dai Greci e dei Pannoni che adoravano Dioniso (Dualos).Le tribù dell'Illiria nelle loro feste facevano largo uso dell'IDROMELE mischiato alla birra per raggiungere stati di ebbrezza in onore della loro divinità Dualos.
Da noi in Terra Celtica l'uso sacrale dell'IDROMELE avveniva nelle quattro feste celtiche : SAMAIN (1 Novembre),IMBOLC ( 1 Febbraio),BELTAINE (1 Maggio),LUGNASAD (1 Agosto) e nelle feste primordiali solstizi ed equinozi .
Il potere aggregante ed il significato mistico della bevanda è confermato dall'importanza del ruolo sociale delle feste.
Il valore dell'individuo ,come unico irripetibile, e l'importanza della parola data erano alla base del Patto; di volta in volta stipulato con la tribù con gli Dei o con altri individui, per questo alla festa massima ricorrenza sociale spirituale era d'obbligo la presenza e la riconferma sacrale del Patto che avveniva con la bevanda mistica l'IDROMELE.


L'ACQUA
Il primo componente. La Fonte Sacra. La dinamizzazione

La scelta dell'acqua, per realizzare una Bevanda Sacra o semplicemente un vino d'IDROMELE, è fondamentale perché ne determina la buona riuscita finale.
La composizione chimica dell'acqua è importante, non usare acque con presenze di cloro o correttivi, ma determinante è l'attività elettromagnetica. L'acqua richiesta è l'acqua di fonte meglio se presa da una Fonte Sacra Celtica. L'acqua di una Fonte Sacra ha un'elevata vitalità elettromagnetica da risultare in molti casi miracolosa. Per individuare sul territorio delle Fonti Sacre ci si affida: alla storia, alla tradizione religiosa, ad un centro di bio-architettura o alla nostra sensibilità.Generalmente nei pressi di abbazie e vecchie chiese, quasi tutte collocate su antichi siti Celtici,
possiamo trovare una piccola fonte. Per un controllo dell'acqua è sufficiente raccoglierne una bottiglia fotografare se possibile la sorgente e contattare noi o un centro di bio-architettura, così facendo sarà possibile mappare e segnalare le Sorgenti Sacre. Anche sorgenti in montagna sono ottime per la preparazione dell'acqua di base.
E' possibile usare un'acqua di base non particolarmente carica e dinamizzarla aggiungendo nove (numero sacro ai Celti) gocce d'acqua di Fonte Sacra. Il processo è semplice; un acqua con elevate proprietà vibratorie può anche con poche gocce far vibrare ad una frequenza più elevata dell'acqua con caratteristiche più modeste.
Questa tecnica, studiata scientificamente, permette di usare acque più modeste, sempre di fonte, trasformandole in Acque Sacre (con elevate qualità elettromagnetiche)a volte difficilmente reperibili.
Anticamente si lasciavano delle offerte in prossimità delle Fonti per ricordare il dono prezioso dell'acqua offertoci da Madre Terra, non necessariamente oggi dobbiamo lasciare pane od offerte ma un pensiero sarà gradito (per chi crede o vede) alle Energie sottili sempre presenti .

IL MIELE
Il secondo componente. Provenienza e lavorazioni. Varietà.

La provenienza è importantissima: il miele deve provenire dal proprio territorio, prodotto e preparato in modo naturale senza subire riscaldamenti o manipolazioni che potrebbero far perdere le proprietà anche curative.
Limpido, torbido o cristallizzato, sono caratteristiche che non alterano le qualità. Un nostro consiglio per chi non lo produce personalmente è quello di procurarlo da apicoltori che ne garantiscano la produzione naturale.
Alcune varietà di miele come ACACIA, TIGLIO e mieli chiari in genere, sono più adatti per ottenere lo "spumantino", un IDROMELE dal gusto delicato, frizzante, con numerose bollicine.Levarietà,scure,ambrateMILLEFIORI,CASTAGNO,MELATA(secrezione zuccherino-resinosa, prodotta da alcuni afidi, trasformata in miele) sono più adatte all'invecchiamento e, con aggiunta di erbe, per produrre IDROMELE RITUALE.
E' possibile usare del miele con ancora cera api morte e residui del favo; tutto ciò non altera il processo di fermentazione ma può causare difficoltà nella lavorazione e può produrre un'alterazione al sapore finale.
Anticamente tutto il favo veniva gettato nell'acqua riscaldata con pietre roventi per avere una temperatura adatta alla fermentazione, venivano poi aggiunte cortecce e foglie per il tannino e la base acida naturalmente, secondo la leggenda, bava di cinghiale (o"meglio" della saliva) erano il tocco finale per realizzare l'IDROMELE ARCAICO. Sicuramente era più importante l'azione inebriante che non il sapore della bevanda.

RICETTE E VARIANTI PER PREPARARE L'IDROMIELE



RICETTA 1

Ingredienti per una damigianetta da 5 litri:

1 Kg di miele qualitativamente buono;
4 litri d'acqua, meglio se di fonte. Altrimenti minerale naturale.
3 grammi di lievito per dolci o per vino;
1 foglia di noce oppure, in alternativa, qualcuna di salvia.

Diluite il miele nell'acqua e fate cuocere per un paio d'ore insieme alla foglia di noce

(chi vuole può aggiungerci anche un bicchiere di succo di mela),

di tanto in tanto eliminate la schiuma che si forma in superficie.
Filtrate con un panno dopo aver lasciato raffreddare il tutto, versate nella damigiana o nel bottiglione.

Se avete la damigiana è meglio, il legno dona un sentore particolare alla bevanda.
Dimenticavo!: Lasciate vuoto 1/5 della damigiana per la fermentazione.
Stemperate in poca acqua il lievito e poi aggiungete tutto alla soluzione, agitate e rimestate per bene.
Sistemate quindi un tappo per fermentazione oppure della garza assicurata con un elastico.

Agitate ogni giorno 3/4 volte al giorno per la prima settimana.
Il locale che conterrà la damigiana deve essere buio e asciutto,

possibilmente con temperatura non superiore a 20 gradi.
Dopo tre mesi travasate il composto in un secchio pulito e lavate accuratamente la
damigiana, poi travasate di nuovo il tutto al suo interno.

Se il colore è troppo torbido filtrate con un panno,

qualora avesse fermentato poco aggiungete un altro grammo di lievito.

RICETTA 2


Ingredienti
2 & gr & cannella (cortecccia), &
1/2 gr & chiodi di garofano &
400 & gr & miele & del migliore
350 & gr & alcol a 90 &
1 & l & acqua &
1 & & scorza di limone & solo la parte gialla


Preparazione

Lasciate macerare in un vaso ben chiuso la cannella, il garofano ed il limone nell'alcol per 10 giorni. Trascorso questo periodo filtrate. Mescolate il miele con l'acqua e fate bollire fino a ridurre a meta' il volume della soluzione, lasciate intiepidire e versatela sul macinato. Quando si raffredda imbottigliate chiudendo con ceralacca e sughero. Allorche' avvicinerete il liquore alla bocca vi parra' d'avvertire le labbra di Venere posarsi su di voi.

Usatelo come un energetico ricostituente.

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IDROMELE





Ricetta IDROMELE





Ingredienti



350g di alcool a 80°, 2g di cannella in canna, 1/2g di chiodi di garofano, 400g del miglior miele, 1 litro d'acqua, una scorza di limone (solo la parte gialla).





Preparazione



Lasciate macerare in un vaso chiuso la cannella e il garofano ed il limone nell'alcool per circa 10 giorni. Dopo, filtrate. Mischiate il miele con l'acqua e fate bollire fino a che il volume della soluzione si riduce alla metà; lasciate raffreddare e versatela nell'alcool. Quando si intiepidita imbottigliate chiudendo con ceralacca e sughero. Aspettate un paio di mesi prima di consumare.





Abbinamenti gastronomici
Su come berlo e a quali cibi accompagnarlo ognuno può sbizzarrirsi con la propria creatività. Sulla base della mia esperienza vi consiglio di servirlo sempre fresco (10° - 12°) per un brindisi fra amici, con della pasticceria secca, come aperitivo, con il cioccolato o, nel dopo pasto, con i dolci, proprio come per i vini bianchi dolci, fermi o spumanti. Può essere inoltre assimilato, data la gradevole dolcezza e il retrogusto mielato, ad un vino da meditazione.

Ben si accompagna ai nostri formaggi di montagna, meglio se erborinati e saporiti, o ad una fetta di pecorino stagionato o di gorgonzola cosparsi di noci tritate e di miele di castagno tiepido, o a delle fettine di lardo con miele millefiori.
Ottimo è anche come rimedio contro il raffreddore se riscaldato con l'aggiunta di chiodi di garofano ad ottenere una specie di vin brulé.

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http://www.maxbeer.org/ita/idromele.htm

Ricetta CLASSICA


Diluire 5 kg di miele in dodici litri di acqua di fonte.
Io l'ho fatto a caldo ma il sentore di fieno cotto (di favo, insomma), si sentiva assai, in compenso, facendo bollire il tutto, l'idromele dovrebbe schiarire più facilmente.
Consiglio, comunque, di sciogliere il miele in acqua appena tiepida.
Per "nutrire" i lieviti di fermentazione e dare un po' di corpo alla bevanda io aggiungevo anche bacche di rosa canina e qualche sorba a pezzi (nei negozi di enologia vendono, altrimenti, degli attivanti di fermentazione, io preferisco il metodo "naturale").
Infine una dose adeguata alla quantità di lievito essiccato per vini bianchi.
Non ci sono vinacce e la fermentazione è generalmente piuttosto lenta e delicata.
A suo tempo utilizzai come recipienti di fermentazione alcune piccole damigiane.
Dopo tre quattro settimane si può procedere al primo travaso e aggiungere del bisolfito (una dose un po' più leggera di quella che si usa pel vino).
Occorreranno altri sei mesi e due travasi prima di procedere all'imbottigliamento.
La gradazione alcolica si aggirerà attorno ai 12° .
A differenza dei vini bianchi invecchiando migliora.
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Le dosi sono state reperite in un testo edito dalla FAI "L'idromèle" di Roger A. Morse.
Buon lavoro.

Ricette il KEFIR



il Kefir

http://incuso.altervista.org/sapone/index.php

http://kefir.ilbello.com/

Il Kefir (piú correttamente Kéfir o anche Kephir o Kefyr) è una bevanda rinfrescante ottenuta tramite la fermentazione del latte (o anche di altri liquidi zuccherini).
Il Kefir è originario del caucaso dove -presumibilmente- fu creato centinaia di anni fa; la stessa parola kefir proviene dal turco keif che è traducibile come benessere per la sensazione che dà questa bevanda.
Il kefir ha una consistenza cremosa, un sapore leggermente acidulo-rinfrescante con un leggero retrogusto di lievito. Di fatto contiene numerose molecole aromatiche che contribuiscono a creare un sapore unico e particolare. Inoltre, è leggermente frizzante e anche alcolico; infatti il kefir a differenza dello yogurt è creato non solo da fermenti e bacilli lattici ma anche da lieviti che producono CO2 e alcool. Il kefir fresco può contenere dallo 0,05% al 0,5% di alcool che può raggiungere il 2% in due giorni.
Il kefir tradizionale viene preparato utilizzando latte fresco (di pecora, capra o mucca) e i fermenti o granuli di kefir. Questi granuli sono costituiti da fermenti lattici e lieviti agglomerati insieme in una struttura particolare biancastra e gelatinosa che loro stessi creano (il cosiddetto
kefiran, formato da polisaccaridi, proteine e lipidi). Tradizionalmente si metteva in otri di pelle e, in relazione a quanto ne veniva prelevato lo si rimpiazzava con latte fresco per cui la fermentazione avveniva continuamente.
Il kefir tradizionale
può tranquillamente essere preparato in casa. Basta versare in un recipiente (pulito) latte (qualunque tipo, fresco o a lunga conservazione, intero o scremato), aggiungere i fermenti di kefir e lasciare il tutto a temperatura ambiente per 24 o 48 ore a fermentare (nel caso si lasci fermentare oltre le 72 ore diventa troppo acido e prende un gusto agro). Successivamente il latte fermentato viene filtrato per separare la parte liquida dai granuli di kefir. Ai granuli di kefir si aggiunge altro latte il procedimento può essere ripetuto all'infinito (i granuli di Kefir sono per sempre!).

Preparazione del Kefir tradizionale


In questa sezione è descritto come preparare il kefir tradizionale, ovvero il kefir a base di latte.
Ingredienti e utensili

contenitore in vetro dalla capienza di 1 litro circa, con un ampia imboccatura per poterlo pulire facilmente; dotato di coperchio che possa impedire il passaggio dell'aria
colino in acciaio inossidabile o plastica
cucchiaio
contenitore in cui versare il kefir ottenuto dopo la fermentazione
1 o 2 cucchiai abbondanti di granuli di Kefir
1/2 litro di latte (qualunque tipo di latte va bene, intero o scremato, di capra, mucca o pecora, a lunga conservazione o fresco)
detersivo per ripulire il tutto
Metodo Tradizionale
mettere i granuli di kefir nel contenitore di vetro
versare il latte (deve essere freddo o a temperatura ambiente, comunque non eccessivamente caldo); il contenitore non deve essere eccessivamente pieno, non oltre i 3/4
chiudere il recipiente in maniera ermetica ma non rigidamente (la fermentazione produce CO2 e quindi si deve evitare che la pressione salga eccessivamente)
riporre il recipiente in un luogo non esposto alla luce diretta del sole (o al buio)
aspettare 24 o 48 ore fintanto che il latte non si è cagliato o comunque fintanto che il sapore non vi aggrada (se ci riuscite, agitate il recipiente ogni tanto per favorire la fermentazione); tenete presente che il Kefir non deve cagliare eccessivamente ma rimanere abbastanza liquido altrimenti rischia di diventare eccessivamente acido
filtrare il kefir in maniera da separare i granuli dal latte fermentato
pulire accuratamente il primo contenitore e ripartire dal punto 1; (Attenzione: lasciar raffreddare il contenitore se si è usata acqua calda durante la pulizia prima di versare i granuli)
Il kefir così ottenuto è già pronto per la consumazione. Si può conservare in frigorifero fino ad un paio di settimane.
Fermentazione Secondaria
È tuttavia possibile lasciare il kefir filtrato ancora altre 24 o 48 ore a temperatura ambiente in un contenitore chiuso. Questo permette di ridurre ulteriormente il contenuto di lattosio e di ottenere un kefir che contiene circa il doppio di acido folico rispetto a quello consumato immediatamente dopo il filtraggio. Il Kefir così ottenuto è molto piú frizzante e leggermente piú acidulo. Occorre inoltre agitarlo almeno ogni 12 ore per evitare che gli acetobatteri formino la madre sulla superficie del Kefir.
Pulizia dei fermenti
La pulizia dei fermenti dopo l'operazione di filtraggio è sicuramente un argomento controverso. Sicuramente in origine non veniva fatta, non fosse altro che i fermenti continuavano a rimanere nell'otre che conteneva il kefir e solo questo veniva asportato. Inoltre, insieme al nuovo latte veniva riaggiunta anche una piccola porzione di kefir; di fatto questo aumenta piú rapidamente l'acidità del kefir inibendo la contaminazione.
Peraltro, alcuni studi scientifici hanno dimostrato che la maggior parte dei fermenti è situata sulla superficie dei granuli di kefir, di conseguenza il lavaggio impoverisce il contenuto di lieviti e batteri del kefiran.
Viceversa, altri consigliano il lavaggio dei fermenti dopo il filtraggio per evitare contaminazioni (anzi suggeriscono anche di cambiare ogni tanto i fermenti con altri fermenti nuovi proprio in quanto si degradano).
Personalmente trovo le ragioni a favore del lavaggio alquanto risibili. Infatti, il kefir è stato per centinaia di anni prodotto in situazioni igieniche precarie e cionostante è giunto fino a noi, evidentemente non deve essere facilmente contaminabile. Esiste una situazione particolare in cui, viceversa, è dimostrato che il kefir viene facilmente contaminato: il contatto con i fermenti lattici del viili, un prodotto tipico della Finlandia costituito perlappunto da latte fermentato. Ma il viili non è sicuramente una cosa che si trova facilmente nelle nostre case.
Comunquesia, se quanto esposto non vi convincesse o se temete una contaminazione, ricordatevi che i granuli di Kefir vanno semplicemente risciacquati con acqua possibilmente senza cloro e sopratutto fredda! Inoltre non vanno strizzati né manipolati.
Una eccezione alla regola del lavaggio è la preparazione dei granuli per essere conservati mediante essiccazione o congelamento, in questo caso devono essere risciacquati.
Filtraggio
Il kefir può essere anche piuttosto denso, per cui un colino con buchi troppo piccoli risulta inadeguato.
Un altro aspetto controverso riguarda il materiale del colino. In genere si tramanda di non usare un colino di metallo. Il pericolo è che il metallo possa passare nel kefir (che in effetti è leggermente acido e quindi tendenzialmente aggredisce i metalli). Questo è un fatto di cui tener conto. È sconsigliato quindi l'utilizzo di colini di alluminio o comunque di metalli facilmente ossidabili. Una buona alternativa è l'utilizzo di colini di acciaio inox che, pur essendo metallici, non sono minimamente intaccabili dal kefir. In alternativa è consigliato l'utilizzo di colini di plastica oppure di legno, sambuco etc. Nal caso si utilizzino materiali porosi è comunque consigliabile sterilizzare il colino dopo l'uso mediante immersione in acqua bollente o riscaldamento in forno ad almeno 120° C per 7-8 minuti.
Rimozione siero
Il kefir può essere ulteriormente filtrato per rimuovere la parte sierosa che peraltro è anche la parte piú aspra. A tal fine è possibile usare un filtro di garza o comunque un colino a maglie molto fitte da utilizzare per far sgocciolare il siero. L'operazione richiede comunque qualche ora.

Kefir d'Acqua

I fermenti del Kefir sostanzialmente trasformano le sostanze del Kefir e in particolare il lattosio (che è uno zucchero).
Di fatto i fermenti possono essere utilizzati per fermentare altri liquidi zuccherini.
Per produrre questi Kefir alternativi è possibile partire dai granuli di kefir utilizzati per il latte. Questi però usati per sostanze differenti dal latte cambiano leggermente la loro composizione diventando piú compatti e traslucidi. Inoltre spariscono alcune varietà di fermenti, per cui non è suggeribile riutilizzarli per il kefir di latte; usate i granuli in eccesso per la produzione dei kefir alternativi. Tenete presente che per la trasformazione dei granuli occorreranno alcuni giorni.

Il kefir d'acqua si è diffuso in passato in Italia come moda spinto dalle mirabolanti proprietà salutari che avrebbe. Anzi, i propugnatori del Kefir d'acqua sostengono che abbia maggiori effetti benefici sulla salute rispetto al kefir di latte. Personalmente sono scettico in quanto la flora batterica è meno varia che nel kefir di latte.
La preparazione del kefir d'acqua è simile a quella del kefir di latte e richiede gli stessi utensili. Al posto del latte utilizzate:
3 cucchiai di granuli di Kefir
1 o 2 fichi o prugne secche tagliati a pezzettini oppure 2-3 cucchiai di uva sultanina
1/2 limone a fettine
4-5 cucchiai di zucchero (eventualmente 1 cucchiaio di zucchero può essere sostituito da 1 cucchiaio e mezzo di miele o di malto)
1/2 litro d'acqua non clorata
Mescolare gli ingredienti e procedere come il Kefir di latte. A fine fermentazione strizzare il limone e filtrare.
A piacere si possono aggiungere altri ingredienti durante la fermentazione, ad esempio qualche foglia di menta.
È bene prestare attenzione al fatto che i fichi (o le prugne o l'uva sultanina) e in particolare il limone devono essere possibilmente biologici. In particolare, è fondamentale che il limone non sia trattato. Infatti, pesticidi o conservanti sulla buccia del limone o negli altri ingredienti possono uccidere i fermenti.
Kefir di Cocco
In questo caso si utilizzano i seguenti ingredienti:
15 gr (1 cucchiaio) di grani di Kefir di latte
200 ml di latte di cocco
200 ml di latte intero biologico
1 cucchiaino di succo di lime
e si procede nella solita maniera. La parte inferiore rimane liquida, mentre solo quella superiore caglia. Agitarlo prima di passarlo con il colino.
Quando è piú caldo ridurre il lime e aggiungere al composto da fermentare 50 ml del Kefir già pronto.
Alcuni sostengono che i grani utilizzati per il Kefir di cocco smettano di crescere, ma altri sostengono il contrario.

kefir d'acqua
interessante! ti va di spiegarci bene come hai fatto a farlo passare dall'uno all'altro e cosa metti esattamente nei tuoi kefir d'acqua?

volevo provare a trasformare un cucchiaio di kefir da latte ad acqua.avevo pensato di fare così, ma non sono sicura:mettere il cucchiaio di fermenti in un bicchiere di acqua minerale liscia e farlo fermentare un paio di giorni.cambiare l'acqua e ripetere l'operazione per altre 2 volte e poi procedere con la ricetta del kefir d'acqua.tra l'altro un amico mi ha detto che lui il kefir d'acqua lo faceva così:2 litri d'acqua, quattro cucchiai di kefir, 4 cucchiai di zucchero, possibilmente di canna non raffinato, mezzo limone. Due giorni di fermentazione. ma la frutta secca non c'è'!! è facoltativa? o serve a qualcosa in particolare? grazie

Conservazione dei granuli di Kefir
Il problema fondamentale dei granuli di Kefir è che occorre quotidianamente o al limite ogni due giorni cambiare il latte. Purtroppo questo fatto mal si concilia con eventi come vacanze, viaggi di lavoro etc. Inoltre potreste desiderare di sospendere per un periodo piú o meno lungo la produzione di Kefir.
I seguenti metodi vi permetteranno di conservare il Kefir fino a 1 anno. Purtroppo tutti questi metodi modificano la capacità dei granuli di fermentare il latte. Di conseguenza saranno necessari periodi piú o meno lunghi di riadattamento dei granuli prima che questi possano tornare a regime e produrre nuovamente Kefir con la stessa velocità. Proprio per questo motivo ricordatevi che il metodo migliore è sempre quello di avere un baby-sitter che si possa occupare dei vostri amici fino al vostro ritorno!
Freddo (fino a 2 settimane)
Il freddo ha la proprietà di diminuire notevolmente la fermentazione (quasi l'arresta). Se volete fermare la produzione del Kefir fino ad una settimana, basta solo mettere i granuli e la solita quantità di latte nel frigorifero. Dopo una settimana il Kefir sarà pronto e i vostri granuli saranno immediatamente riutilizzabili. Se viceversa la pausa deve essere lunga fino a 2 settimane raddoppiate la quantità di latte usualmente utilizzata eventualmente annaccquandolo leggermente (con acqua non clorata!).
In entrambi i casi i vostri granuli necessiteranno di qualche giorno prima di tornare a regime.
Congelazione (fino ad 1 mese)
In questo caso i granuli di Kefir vanno risciacquati, leggermente ma sopratutto delicatamente tamponati in modo da rimuovere l'acqua in eccesso e infine posti nel congelatore. L'aggiunta di latte in polvere permette di migliorare notevolmente la conservazione.
Per riattivarli basta risciacquarli con acqua fredda dopo averli tolti dal congelatore. Se è stato utilizzato il latte in polvere, questo va eliminato completamente con il risciacquo. Per la prima settimana riducete la quantità di latte usualmente utilizzata, fintantochè i granuli non si dimostrano in grado di fermentare il latte nella solita maniera. In questo periodo il Kefir prodotto sarà leggermente piú acidulo.
Disidratazione (fino ad 1 anno)

venerdì 28 marzo 2008

La... campagna acquisti

Ci convincemmo che vivere in campagna, senza avere un prato su cui camminare, un orto da innaffiare, alberi da cui raccogliere ( in sicurezza) tanta dolce frutta ... era opprimente, quindi cominciammo a studiare il territorio circostante per individuare un "sito" agricolo da colonizzare.
La ricerca non fu ne facile ne comoda, infatti la maggior parte dei terreni agricoli, e' di proprieà di contadini, che, come tutti sanno, sono i piu' TOSTI commercianti che esistano. Infatti

giovedì 27 marzo 2008

Il caso casa


La vita trascorreva serena tra alti e bassi, consuetudini e novità, lavoro e vacanze, lacrime e risate... tutto secondo le piu' antiche tradizioni.... ma quando si cambia casa... lo stravolgimento e' inevitabile.
Proprio così... anche nella nostra piccola famiglia il momentro del terremoto casa, quando arrivò, creò una variazione brusca e sostanziale delle nostre vite.
Il cambiamento era stato cercato.... certo, sperato... voluto... ma quando si realizzò, fu comunque una sorpresa.
E' pur vero che nascosti nel cambio di casa erano compresi altri enormi cambiamenti: cambio di città... anzi.... cambio da città a paesino... cambio di abitudini... di ritmi sonno veglia... cambio di orari... scuole... tutto cambiò... in meglio o in peggio non posso dirlo, perchè molti dei disagi acquisiti furono ben compensati da inneagbili vantaggi allegati.
Disagi legati in massima parte alla distanza tra casa e lavoro, distanza dai servizi più comuni (per una città) ai quali eravamo da sempre abituati... trasporti cinema negozi e quant'altro... certo in un paesino di 1000 abitanti la realtà e' abbissamlente lontana da quela della capitale!
Daltro canto l'aria era differente, il silenzio quasi fastidioso... altri ritmi ... altri odori ... anche altra gente ( per nulla facile all'inizio farsi accettare dalla "famiglia paese"... ma e' solo un problema "iniziale" , infatti superati i primi 13 14 anni... poi t'accettano come uno di loro...).
La casa era bella ... piccola si... coi soffitti in discesa si (beh era pur sempre una mansarda .. ma alta e non di quelle dove devi camminare in ginocchio...) un salone grande, una cucina, un bagno, una camera da letto e una cameretta più piccola ... ah... e un lungo balcone!
Era nuova, mai abitata .... così, senza nulla dentro, mi pareva che i mobili non ci potessero stare, mi sembrava piccolissima.... (e infatti era piccolissima... però qualche mobile poi c'è pure entrato ...anzi non so più quanta ROBA c'abbiamo fatto entrare in quella piccola casa... infatti mi sembra tutt'ora strapiena di tutto!).
Chiaramente se sommiamo mansarda a paese, e' facile ottenere come risultato = senza ascensore... ma che fa? La gioia di possedere un posto tutto nostro, accorciò le distanze e dimezzò i gradini e rampe di scale... ( almeno per i primi anni... poi tutti i numeri tornarono al loro posto ma ormai ....eravamo allenati ... così, con le cosce come dei canguri... arranchiamo ogni giorno per quelle stramaledette scale).
La vita in campagna è rilassante: verde a destra alberi a sinistra, vallate davanti e distese di dietro....
Quando si cammina per questi posti ... sovente si trovano dei DONI ... dei frutti da raccogliere, verdure nei prati... dolci frutti su rovi ed alberi ... A seconda della stagione si riscoprono lavori antichi come raccogliere more o nocciole, cicoria e crispino... qualche susina selvatica... ogni giorno c'era da gioire dei doni spontanei che ci venivano offerti... alcune volte scoprimmo che certi frutti non ci venivano propriamente offerti ... ma eravamo noi a prenderli (con una certa destrezza direi...) così ... un po' per rispetto della proprietà altrui e un po' per paura di una fucilata a sale e pepe... sospendemmo la raccolta dei frutti migliori.... e cominciammo a pensare un modo meno pericoloso di gioire dei frutti della natura....
Una delle soluzione piu' ovvie fu quella di ACQUISIRE un terreno agricolo tutto nostro dove poter cogliere e gustare tutto cio' che avremmo piantato seminato e raccolto.

Ma questo fu l'inizio di un terremoto di dimensioni ancora piu' apocalittiche del precedente....

(fine della prima parte - segue)

lunedì 10 marzo 2008

Gatti....2


Vinta la battaglia con le pulci... pensammo fosse giusto, visto il numero notevole dei "caduti", di ricordare per sempre quei sanguinosi momenti ... così decidemmo di battezzare il nostro gattino col nome di PULCOLO.
I giorni passavano sereni nella nostra piccola casa ... un quadretto davvero delizioso: la mamma il papà due figli e perfino un piccolo gattino simpatico....
Si tanto simpatico.... era paricolarmente simpatico anche al tappezziere, infatti da quando Pulcolo viveva con noi, lui (il tappezziere) era finalmente arrivato all'agiatezza economica... tende, poltrone, sedie di paglia, divani... ogni cosa fatta o rivestita di stoffa o materiale simile... venive meticolosamente smontata da Pulcolo che, come un coscenzioso e addestrato "gatto antidroga"... smontava e perquisiva tutti i siti sospetti della casa... (la mia)...
Un giorno intercettammo una conversazione telefonica..... era il tappezziere che parlava con Pulcolo ...e diceva... : "...sai vorrei cambiarmi la mercedes.... mi dai una mano???" ...da quella sera la cuccia del gatto escariota fu traslocata di forza sul terrazzo.
Non fu una punizione... anzi... il nostro terrazzo era abbastanza grande... luminoso ... esposto molto bene... non mancavano neppure alcune comodità come una cuccia coperta, comoda, termoisolata, il nome sull'ingresso, pasti a domicilio... luce, acqua... il telefono no... per ovvi motivi.
Certo non c'era la varietà di occasioni offerte dall'interno della casa... ma per i primi giorni Pulcolo si accontentò di perquisire tutti i vasi di piante e fiori sistemati sul terrazzo... scoprimmo così che anche lui non possedeva il pollice verde!
Dopo solo una settimana avevamo sul balcone una bellissima collezione di vasi vuoti.
I giorni passavano e il micino si annoiava... così, per ingannare il tempo scoprì una nuova esaltante attività che in brevissimo tempo diventò la sua vera ed unica passione....
....MANGIARE!

(fine della seconda parte ... segue)

venerdì 7 marzo 2008

Gatti....1


Iniziamo con le presentazioni:
...mmmhh cominciando per ordine, il primo piccolo batuffoloso gattino che entro' nella nostra vita fu PULCOLO; un minuscolo mucchietto di pelle e peli che incrocio' le nostre strade una mattina... al mare sulla spiaggia di Anzio... lo vedemmo venirci incontro spedito... e la cosa ci meravigliò alquanto , visto che in quel momento ci stavamo facendo il bagno!!!
...Guarda quel gattino e' così solo che pur di venire da noi sta entrando in acqua!...
Stupiti e convinti dal gesto di estremo amore che l'esserino ci riservava, fu subito adottato!
Iniziò una gara di solidarietà per trovare qualcosa da mangiare perchè il puffolino bianco e nero mostrava evidenti sintomi di rabbia di fame... in pochi minuti rosicchiò tutto quello che si trova nel raggio dei suoi piccoli e delicati dentini, in ordine di masticazione ricordiamo il tallone di una pinna nuova mai messa di quel paio di pinne nuove che avevo appena comprato, le ultime 3 pagine di un libro giallo molto avvincente... che mi aveva molto preso nei giorni precedenti e che ho riposto nel reparto "grandi dubbi e misteri irrisolti" ... un tubo intero di crema solare al cocco... questo almeno produsse un effetto piacevole sull'alito del povero trovatello... fortuna volle che le onde del mare portassero a riva la salma di una grassa e succulenta sarda che, appena individuata fu prontamente data all'affamato felino che la ingollò in un instante tanto velocemente che mi domandai: perchè le pinne le ha masticate ...e la sarda se l'è sparata nella pancia senza neanche assaporarla...??
Le domande erano appena cominciate.... il comportamento quanto meno "insolito" dell'adorabile baffuto ci continuava a sorprendere... infatti appena saziata la fame tornò ad essere inspiegabilmente attratto dal mare, cominciò a dirigersi con insistenza verso l'acqua (anche se noi eravamo tutti sulla spiaggia a coccolarlo....) ingorando le piu' elementari regole di sicurezza che raccomandano di non fare il bagno appena mangiato, il testardo animaletto cercava di tuffarsi ad ogni costo. Io cominciai a pensare che avevamo equivocato interpretando i suoi slanci d'amore... e che in realtà quelli ...erano soltanto semplici tentativi di suicidio.
Distraendolo dalle sue vere intenzioni riuscimmo a tranquillizzare il micetto ma in quel momento ci accorgemmo che alcune macchie nere della sua pelliccetta.... si muovevano.... !! Scoprimmo che non avevamo salvato da morte certa un solo piccolo esserino.... ma anche molti esserini mooolto piu' piccoli meglio conosciuti come PULCI !!! Poverino ...eccerto .... dorme per la strada...
passiamo in farmacia!!
Dovevo capirlo subito ma li per li non ragionai e mi feci prendere da un facile entusiasmo e a capo della piccola banda all'inno di salviamo il cucciolino... cominciammo la crociata verso le pulci!
Polvere antiparassitaria, pettinini, sapone secco, giochino in gomma (stessa gomma delle pinne) croccantini per cuccioli, scatolette per gattini ... gamberetti e fagiano, lepre e calamaro, tonno e farro, salmone e antilope.... cominciai a chiedermi come mai fino a quel momento avessi ignorato la varietà di alimenti dedicati ai gatti.... altro che piattini di latte o polmone!
Spesa primo giorno: 26 mila lire!
Ovviamente durante il viaggio il piccino ...poco abituato ai viaggi in macchina... vomitò sui tappetini di moquette ... fece pipì sul sedile posteriore e lasciò peli dappertutto!!
(fine prima parte - segue)


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